INTRIGO INTERNAZIONALE

“CI SONO VERITÀ CHE NON HO MAI POTUTO DIRE… AVREBBERO POTUTO AVERE EFFETTI DESTABILIZZANTI SUGLI EQUILIBRI INTERNI E INTERNAZIONALI” 

(Rosario Priore, giudice istruttore per il caso Moro, Ustica, il tentato omicidio di Giovanni Paolo II e altri casi di eversione rossa e nera)

 

L’indicibile della storia italiana. La domanda di fondo è: perché l’Italia dal 1969 è stata funestata dal terrorismo e dalla violenza politica con centinaia di morti e migliaia di feriti? Perché solo nel nostro paese?

Tutte le inchieste giudiziarie hanno dato finora molta importanza al ruolo dei servizi segreti deviati, della P2, della Cia. Risultato: nessuna verità giudiziaria, nessuna verità storica.

Rosario Priore, il magistrato che si è occupato di eversione nera e rossa, di Autonomia operaia, del caso Moro, di Ustica, dell’attentato a Giovanni Paolo II, qui prova a rispondere cambiando completamente scenario. E strumenti di analisi.

Grazie ad anni di ricerche, testimonianze, prove, carte private, incontri con ex terroristi, agenti segreti e uomini politici anche stranieri, Priore ricostruisce uno scenario internazionale inedito per spiegare il terrorismo e la strategia della tensione in Italia, testimoniando la verità che finora nessuno ha potuto certificare attraverso le sentenze.

Colpita la manovalanza (e non sempre), la giustizia si è infatti dovuta fermare senza arrivare a scoprire il livello più alto dei responsabili.
Siamo stati in guerra, senza saperlo. L’egemonia del Mediterraneo, il controllo delle fonti energetiche ci hanno messo in rotta di collisione con l’asse franco-inglese che non ha mai sopportato il nostro rapporto privilegiato con la Libia. Ecco chi era il terzo giocatore dopo Urss e Stati Uniti. Non stupisce allora che gli inglesi fossero favorevoli a un colpo di stato in Italia nel 1976 per fermare il Pci e controllare il paese. Dall’altra parte la Cecoslovacchia, la Germania comunista e la Stasi avevano buon gioco ad alimentare il terrorismo. Ustica, Piazza Fontana, il caso Moro, la strage di Bologna vanno collocati in questo contesto internazionale: cadono così molte facili convinzioni e vecchie ricostruzioni, giornalistiche e persino giudiziarie, mostrano tutta la loro inconsistenza. L’intrigo italiano è in realtà internazionale.

«Iniziare a leggere il libro intervista Intrigo internazionale è come passeggiare attraverso i viali e le geometriche prospettive di un giardino all’italiana con due amici che parlano tra loro: l’uno è un giornalista e studioso di queste vicende, Giovanni Fasanella, che sa porre le giuste domande, l’altro è un magistrato di lunga esperienza, Rosario Priore, che ha dedicato la sua vita professionale a indagare sul caso Moro, sulla strage di Ustica, sul tentato omicidio di Giovanni Paolo II e sui principali casi di eversione degli ultimi trent’anni. Il perno della discussione ruota intorno a una domanda semplice nella sua brutalità: per quale ragione l’Italia, dal 1969 in poi, è stata dilaniata da una violenza politica diffusa di opposto colore che ha assunto le forme dello strabismo e quelle dell’omicidio politico selettivo provocando centinaia di morti e migliaia di feriti? (…)

Emergono dal confronto interessanti novità. (…)

Il problema è costituito dal quadro geopolitico e dall’asse nazionale/internazionale in cui esso va inserito per essere storicamente compreso. Un quadro condizionato da una guerra invisibile, ma feroce, per il controllo del Mediterraneo e delle sue fonti energetiche che Priore documenta forte della sua esperienza professionale e di una testa che è un vero e proprio archivio vivente. Il quadro è sufficientemente chiaro: oltre all’Urss e agli Usa è esistito un “terzo giocatore” (Francia, Inghilterra e Israele) che ha puntato sulla destabilizzazione italiana, inserendosi nella grande partita tra le due superpotenze. L’Italia dava fastidio perchè, nonostante avesse perduto la Seconda guerra mondiale, grazie a scelte come l’europeismo e l’atlantismo, riuscì a compiere un balzo economico che la portò a compiere addirittura con le potenze vincitrici che, nello stesso giro di anni, videro invece crollare i loro secolari imperi sotto la spinta della decolonizzazione. Bene, è sufficiente guardare una cartina dell’area mediterranea per scoprire che, a partire dagli anni Sessanta, anche quel mare franco-inglese si sgretolò pezzo dopo pezzo: alla Francia non rimase che la Corsica, all’Inghilterra l’avamposto di Gibilterra; tutto il resto, ossia Marocco, Algeria, Tunisia, Libia, Canale di Suez, Malta, Cipro cambiarono sfera d’influenza e il nostro Paese fece il suo gioco da abile e silenzioso protagonista. (…)

Quando il libro è finito, si vorrebbe uscire dal giardino all’italiana, ma ci si rende conto che questa prospettiva geopolitica ha condotto in un labirinto di ragionevole angoscia che ci tiene ancora prigionieri: la giovane democrazia italiana ha resistito, il prezzo pagato è stato terribile»

(Miguel Gotor, storico, Il Sole 24 Ore)

«(…) Non tutti i magistrati e non tutti i giornalisti di controinformazioni furono nel coro.

Oggi con un  libro intervista  (Intrigo Internazionale) che vale un Manifesto per la riflessione storica, il Magistrato Dr. Priore ed il giornalista Fasanella, tentano una operazione temeraria e, speriamo, non  imprudente di separare il nucleo di verità storica dalla verità del  giudice-storico e del politico-storico.

Sono da meditare le parole di un magistrato che ha saputo leggere le carte processuali tenendo separate la ricerca della verità giudiziaria da una corretta valutazione del contesto globale entro il quale si snodavano i fatti.

Pregevole è l’opera di un giornalista d’inchiesta, studioso ed attento nell’approfondire le cause generatrici degli eventi tragici che hanno segnato la vita del nostro Paese. (…)

L’unica lama di luce che vedo nel buio è che le nuove ricerche giudiziarie siano condotte da giudici, nutriti ed educati dai dubbi del Dr. Priore e che i nuovi narratori ufficiali sappiano seguire il metodo Fasanella.

La verità indicibile del Dr. Priore deve diventare verità storica.

Ma anche questa luce può spegnersi  se alla vecchia sovranità limitata si aggiungessero nuove sovranità limitate.

In passato vi furono governanti coraggiosi che seppero porre in discussione la  dilatazione della sovranità limitata.

Ma finirono male. (…)»

(Rino Formica, alla presentazione del libro presso la Camera dei deputati)

«(…) “Erano verità indicibili e, scritte in una sentenza, avrebbero potuto produrre effetti destabilizzanti  sugli equilibri interni e internazionali”.

Così un giudice spiega a un giornalista quello scarto tra intuizioni e prove che ha sperimentato nella sua carriera. Il giudice è Rosario Priore. Il giornalista è Giovanni Fasanella. Insieme hanno scritto quelle “verità indicibili” che le sentenze

Brandelli di prove  raccolte in anni d’indagini s’intrecciano con i ragionamenti di Priore sul conflitto tra giustizia e ragion di Stato. Dalle pagine di Intrigo internazionale si stagliano personaggi che acquistano nuova luce, da Giangiacomo Feltrinelli a Corrado Simioni, capo dell’Hyperion, fino ai leader di Autonomia Operaia, Toni Negri, Oreste Scalzone, Franco Piperno, Lanfranco Pace…»

(Gianni Barbacetto, Il Venerdì de La Repubblica)

«(…) Su tutta questa questione Fasanella, giornalista di Panorama e già autore di altri libri sul tema, ha messo su un lungo dialogo con Priore realizzandone un libro che si legge tutto d’un fiato. (…) Le centrali straniere che soffiavano sul fuoco delle nostre tensioni interne erano numerose. E anche i magistrati subirono l’effetto dei depistaggi, che nascevano da schemi come la “strategia della tensione” -nata in una Gran Bretagna in fibrillazione per i successi della nostra politica estera in Nord Africa- o quella di “strage di Stato”. Purtroppo, tra la fine del ’69 e tutti i primi anni Settanta queste chiavi di lettura “diventano le parole d’ordine sia degli inquirenti sia dei giornalisti che della folla di politici che accalca attorno alle inchieste”. E’ anche per farla finita con queste letture è proprio il caso di leggersi il libro di Fasanella e Priore».

(Luciano Lanna, Il Secolo d’Italia)

Coautore

Rosario Priore

È stato uno dei magistrati più impegnati a ricercare la verità sul terrorismo in Italia, soprattutto nelle sue matrici internazionali. Molte le inchieste da lui condotte: Ustica, Moro, l’attentato a papa Giovanni Paolo II, le stragi di stampo mediorientale. Ha fatto parte di commissioni internazionali sul terrorismo e la criminalità organizzata.