TANGENTOPOLI NERA

 
IL PRIMO LIBRO SULLA CORRUZIONE SISTEMICA DEL REGIME FASCISTA, RACCONTATA ATTRAVERSO LE CARTE PRIVATE DEL DUCE E DOCUMENTI D’ARCHIVIO INGLESI
 
Quando c’era Lui, il Duce, non solo i treni arrivavano in orario, ma si poteva lasciare aperta la porta di casa, perché l’ordine e la legalità erano così importanti da valere persino il sacrificio della libertà…
L’immagine di un potere efficiente e incorruttibile, costruita da una poderosa macchina propagandistica, ha alimentato fino a oggi il mito di un fascismo onesto e austero, votato alla pulizia morale contro il marciume delle decrepite istituzioni liberali.
Ma le migliaia di carte custodite nei National Archives di Kew Gardens, a pochi chilometri da Londra, raccontano tutta un’altra storia: quella di un regime minato in profondità dalla corruzione e di gerarchi spregiudicati dediti a traffici di ogni genere.
A Milano, Mario Giampaoli, segretario federale del Fascio, e il podestà Ernesto Belloni si arricchiscono con le mazzette degli industriali e con i lavori pubblici per il restauro della Galleria, coperti dall’amicizia col fratello di Mussolini.
Il ras di Cremona Roberto Farinacci conquista posizioni sempre più importanti tramite una rete occulta di banchieri, criminali e spie.
Diventa così il principale antagonista del Duce, che a sua volta fa spiare i suoi maneggi.
Lo squadrista fiorentino Amerigo Dumini tiene in scacco il governo con le carte – sottratte a Giacomo Matteotti dopo averlo assassinato – che provano le tangenti pagate alle camicie nere dall’impresa petrolifera Sinclair Oil. Utilizzando i documenti della Segreteria Particolare di Mussolini e quelli britannici desecretati di recente, gli autori ricostruiscono, con lo scrupolo degli storici e il fiuto degli investigatori, l’intreccio perverso tra politica, finanza e criminalità nell’Italia del Ventennio.
E attraverso alcune storie emblematiche che si dipanano col ritmo di una spy story, mostrano i meccanismi profondi e mai completamente svelati delle ruberie, delle estorsioni e degli scandali sui quali crebbe, in pochi anni, una vera e propria Tangentopoli nera.

 

«Tutti gli affari sporchi: cade il mito del fascismo “onesto”. (…) Il regime di Benito Mussolini fu criminale non solo perchè fascista. Fu criminale anche nel senso di corruzione, ruberie, mazzette, predazione totale di banche, enti vari e ministeri. In sessant’anni, le mollezze dei cleptomani in camicia nera sono sovente affiorate, senza però mai riuscire a scalfire il mito di una presunta dittatura dalle mani pulite, invocata tante volte dai revanscisti di casa nostra. Ma il fascismo onesto non è mai esistito e adesso a dimostrarlo, carte alla mano, c’è un libro di Mario José Cereghino e Giovanni Fasanella basato su documenti inediti provenienti da alcuni archivi inglesi: dossier, rapporti della polizia, lettere anonime che formano il vero racconto del regime»

(Fabrizio D’Esposito, Il Fatto Quotidiano)

«Milano ai tempi del Duce»

(Giorgio Dell’Arti, Il Sole 24Ore)

Mario José Cereghino

Mario José Cereghino, saggista ed esperto di archivi anglosassoni, ha pubblicato vari studi di storia contemporanea con Bompiani, Castelvecchi, Chiarelettere, Feltrinelli, Garzanti, Mgs Press, Mondadori. 

Ha inoltre collaborato con i quotidiani “la Repubblica”, “Il Piccolo”, “La Vanguardia” (Barcellona) e partecipato alle ricerche storiche per i documentari Verso la guerra: fermate il Duce! (Rai Tre 2011) e Perseguits i salvats (Televisió de Catalunya, Tv3 2014).